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Morire troppo presto e senza colpe, vittime innocenti dell’azione omicida dei genitori. È accaduto ancora: questa è la volta dell’omicidio della piccola Edith, una bimba di due anni, figlia di una coppia in fase di separazione.

L’omicidio della piccola Edith

Si è da poco verificato l’ennesimo omicidio verso una piccola creatura indifesa: l’omicidio di Edith, una bimba di soli 2 anni. A fornirci tutte le informazioni sull’accaduto ci pensa Il giornale:

Dopo il parto della piccola, la mamma Patrizia Coluzzi di 41 anni residente a Cisliano nel Milanese è entrata in depressione. Proprio da allora il rapporto col marito è divenuto burrascoso: scambi di accuse, anche pubbliche sui social, alle quali hanno fatto seguito denunce reciproche.

La domenica sera del 7 marzo il tragico epilogo: la donna ha ucciso la figlia dopo una videochiamata all’ex compagno, e in una successiva telefonata gli ha gridato: “Sei libero, libero! Ora puoi dedicarti al tuo bar, alle tue cazzate. Edith non c’è più!”. La chiamata al 112 da parte dell’uomo ha messo in moto i soccorsi ma per la piccola non c’era più nulla da fare. Patrizia Coluzzi adesso si trova in stato di fermo e la procura indaga per omicidio volontario. Cosa può essere scaturito nella mente della 41enne per arrivare a uccidere la figlia?

Un caso davvero drammatico, che fa rabbrividire ognuno di noi.

Le parole della criminologa ed esperta di violenze di genere Antonella Formicola

@City Milano News

Perché uccidere la figlia? È ravvisabile l’intento di colpire trasversalmente il marito?

“Sicuramente sì. È un comportamento che viene attuato in determinate circostanze come ripicca nei confronti dell’ex partner, che sia il marito o che sia la moglie. La donna sicuramente in un momento di delirio acuto, perché non ho dubbi che lì ci fossero dei disturbi mentali gravissimi, ha voluto probabilmente colpire l’ex compagno ammazzando proprio la bambina”.

Il 20 gennaio scorso Patrizia Coluzzi scriveva su Facebook una dedica d’amore alla piccola Edith. Come ha fatto ad assassinare la figlia solo un mese e mezzo dopo?

“Sono dinamiche particolari. Questo omicidio è venuto fuori in uno stato di grande sofferenza interiore. In certe dinamiche, si può arrivare a raggiungere un momento di dolore interiore così grande che non lo si trasmette agli altri e nemmeno lo si percepisce dall’esterno. Ma si può cumulare così tanta sofferenza da commettere pure cose assurde, inverosimili, proprio come l’omicidio che ha commesso la Coluzzi”.

Che tipo di rapporto si può instaurare con i figli che sopravvivono, ai fini della loro tutela, una volta scontata la pena?

“Penso sia necessario un percorso molto lungo, che debba interessare sia il genitore che ha commesso il crimine sia i figli che nel frattempo aspettano lo scadere della pena. Nel caso di specie, i figli avuti con l’altro compagno adesso hanno bisogno di elaborare l’azione commessa da Patrizia Coluzzi, che resta comunque la loro madre. È chiaro che a loro andrà spiegato cos’è successo alla donna, qual era la sua sofferenza, cosa può succedere nella mente dell’adulto in circostanze del genere. Tutto questo per prepararli al momento in cui la Coluzzi uscirà dal carcere. Non bisogna allontanare questi ragazzi dal pensiero della madre”

L’opinione di Nerina

L’infanticidio è una delle tematiche criminologiche maggiormente discusse insieme al femminicidio. È davvero terrificante l’idea che una madre, per fare una ripicca all’ex fidanzato, arrivi fino al punto di uccidere una figlia. Una bimba innocente di soli 2 anni senza colpe e che sicuramente, non meritava di volare via così presto. Punto ancora più raccapricciante è la telefonata di Patrizia all’ex compagno, nonchè papà della piccola, dove comunica l’accaduto con una frase a dir poco sconvolgente: “Sei libero, libero! Ora puoi dedicarti al tuo bar, alle tue cazzate. Edith non c’è più!”

Se volete approfondire, vi consiglio anche l’articolo di Milano Today .

Immagine di copertina: Fanpage.it